Cosa è la resilienza?

La resilienza, in ecologia, è la capacità di un sistema di tornare a condizioni di equilibrio dopo un intervento esterno perturbante. La resilienza dei sistemi biologici e la loro sostenibilità richiede, di fronte a eventi anche caotici, la capacità di adattarsi, durare e mantenere una stabilità dinamica.

Etimologicamente la parola “resiliente” viene fatta derivare dal latino resilire cioè «rimbalzare», sostenibile, agile e antifragile, usando la definizione dell’economista Nassim Nicholas Taleb, ossia in grado di imparare e migliorare dal disordine.

Qualcuno propone un collegamento suggestivo tra il significato originario di “resalio”, che connotava anche il gesto di risalire sull’imbarcazione capovolta dalla forza del mare, e l’attuale utilizzo in campo psicologico: entrambi i termini indicano l’atteggiamento di andare avanti senza arrendersi, nonostante le difficoltà.

Il termine resilienza declinato in ambito architetturale ci porta a pensare a flessibilità cognitiva che è strettamente necessaria per la nascita di innovazioni tecnologiche.

La progettazione resiliente o adattiva

Ma come resistere a sismi, disastri naturali e in senso più ampio alle molteplici sfide del nostro tempo?

Sappiamo di non poter tenere conto nella progettazione di tutti questi eventi eccezionali, ma potremmo portare i nostri edifici e le nostre città a reagire meglio quando soggetti a fenomeni climatici distruttivi, tornando in seguito più facilmente ad una condizione di equilibrio.

Nell’ultimo decennio, la portata degli effetti che il climate change e l’inquinamento atmosferico comportano nei diversi territori, impone di ripensare l’attuale approccio al disegno della città, data anche dalla consapevolezza del ruolo che gli edifici svolgono nell’attuale crisi climatica.

Il nuovo orientamento è diretto, quindi, verso la progettazione resiliente o adattiva. In altri termini, un edificio resiliente o adattivo deve essere in grado di stabilire un rapporto particolarmente stretto ed interdipendente con l’ambiente esterno ad esso e, poiché le condizioni esterne variano a seconda del sito e per un determinato sito variano anche nel tempo, l’edificio così caratterizzato dovrebbe modificarsi, integrarsi ed adattarsi conseguentemente e coerentemente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *