Nell’ambito dell’architettura bioclimatica, una delle tematiche frequentemente seguite nella nuova generazione di progetti è denunciata dalla presenza di alcune forme ed elementi naturali, che mirano a soddisfare l’esigenza dell’uomo moderno. Tale esigenza riguarda l’integrazione con la natura vitale dell’ambiente. Il risparmio di energia da fonti non rinnovabili nell’edilizia bioclimatica comporta un ridotto tasso dei livelli di inquinamento acustico, dell’aria, dell’acqua, del suolo. Le forme e gli elementi naturali come la luce, la vegetazione, l’acqua, il calore, il suono, giocano un diverso ruolo nel progetto e nel perseguimento di un nuovo benessere nell’architettura tanto che, nella cultura moderna del progetto, ci si è appropriati degli elementi naturali, integrandoli e considerandoli come materiali da costruzione innovativi, valori immateriali a lungo trascurati.
Il comfort sostenibile nella progettazione bioclimatica, il raffreddamento passivo e le forma cubica
I progetti dell’architettura bioclimatica, portati ad esempio, si concentrano molto sul raffrescamento passivo, sulla ventilazione naturale, ovvero su quei sistemi che rendono possibile controllare la temperatura interna degli edifici evitando sprechi di energia. Per raffrescamento passivo si intende il moderno approccio alla progettazione, attraverso una moderna tecnica costruttiva low tech che punta sul guadagno termico e sulla dissipazione del calore di un edificio, al fine di migliorare il comfort termico interno con consumi energetici bassi o nulli.
L’uso del verde nella progettazione resiliente
L’uso del verde nella progettazione resiliente non è un vezzo. Esistono veri e propri sistemi articolati e costruiti con il verde, quali i giardini, sistemi di passaggio tra l’architettura e la città, balconi e terrazzi attrezzati. Uno dei primi esempi di architettura bioclimatica è il tetto-giardino di Le Corbusier.
Un altro esempio di edilizia bioclimatica sono le facciate verdi. Cioè gli involucri edilizi sono coperti dalle piante rampicanti, oppure i pergolati coprono le zone intermedie di ingresso e di uscita dalle abitazioni. Il verde, oltre a offrire specifiche caratteristiche che richiedono condizioni particolari per la sua stessa vita, rende possibile modificare le condizioni ambientali preesistenti, sia climatiche che morfologiche, trasformando sia sensorialmente che psicologicamente il rapporto dell’uomo con l’ambiente.
Il verde, infatti, non rappresenta un elemento statico che configura una parte dell’edificio secondo un’immagine identica dall’inizio alla fine della sua vita, ma poiché subisce modifiche continue, sia per effetto delle stagioni, del clima, delle condizioni di terreno che della sua stessa crescita, trasmette vitalità all’intero ambiente. In tal modo, il verde contribuisce in larga misura a garantire l’equilibrio biologico e psicologico dell’uomo e, insieme, la salvaguardia del suo ambiente di vita. Nei progetti di edilizia bioclimatica realizzare pareti verdi e veri e giardini verticali è una pratica che sta riscuotendo molto successo anche fra gli architetti più prestigiosi che, nei loro progetti di edifici resilienti, ricorrono ad intere facciate verdi.
Gli esempi di architettura resiliente antica e moderna. I materiali naturali e il raffrescamento passivo
1Hotel a Parigi è un progetto di Kengo Kuma and Associates, che fa parte di un complesso che comprenderà un Hotel di lusso eco-compatibile, con impianti sportivi e centro business, un ostello della gioventù, Slo Living, progettato da Marchi Architectes, con bar, ristorante e spazio di co-working. La vegetazione sarà l’elemento principale e caratterizzante l’intero sito. Il completamento della costruzione è previsto nel 2022.
Parte di uno sviluppo ambizioso al di sopra delle ferrovie nel distretto Paris-Rive Gauche, questo insieme di edifici sostenibili e innovativi rappresenta un importante punto di riferimento per i cittadini, oltre che un polmone verde per il quartiere.
All’interno di una serie di volumi che si ripetono lungo l’Avenue de France, l’obiettivo progettuale è stato quella di creare una forma scultorea, come fosse modellata dall’erosione naturale, permettendo alla luce naturale di raggiungere il viale sottostante. La decomposizione del volume è definita all’interno della modularità della struttura in legno. Mentre i moduli si disperdono su tutta l’altezza, i pannelli delle facciate tendono a “sfocare” la forma dell’edificio. La calda matericità del legno è abbinata a pannelli metallici, la cui finitura offre un morbido riflesso. Durante tutta la giornata, l’edificio si trasforma con il modificarsi della luce naturale.
La vegetazione, in una città ad alta densità edilizia come Parigi, aiuta a ridurre il fenomeno dell’isola di calore – fenomeno causato dalla cementificazione, dall’asfalto, dalle emissioni di autoveicoli e impianti di riscaldamento – che determina un microclima differente, più caldo, all’interno delle aree urbane. La presenza di vegetazione può ridurre la temperatura dell’aria anche di 4-5 °C grazie al naturale processo dell’evapotraspirazione delle piante.
È nelle zone climatiche dove il maggiore avversario da fronteggiare è il caldo che sono nate alcune delle più efficaci strategie per il raffrescamento passivo degli edifici. Il Castello della Zisa di Palermo è un esempio di architettura bioclimatica low tech, che sfrutta i sistemi termotecnici naturali per il raffrescamento e la ventilazione dell’edificio costruito 1000 anni fa. La Zisa, la “splendente” (aziz in arabo), è stata la dimora estiva degli “otia”, Re Normanni, Guglielmo I e Guglielmo II che la fecero costruire tra il 1165 e il 1180, servendosi di maestranze musulmane che realizzarono sia la definizione estetico-architettonica dell’edificio, sia il perfetto comfort termo-igrometrico degli ambienti interni.
Il Castello della Zisa è caratterizzato dalla compresenza di un sistema di raffrescamento evaporativo e di ventilazione naturale, che sin dalla sua costruzione ha permesso il raggiungimento di livelli nel comfort ambientale che sarebbero ancora oggi soddisfacenti.
Il fronte principale del Castello è rivolto verso il mare. Le fresche brezze lambivano l’acqua della Peschiera antistante l’edificio, entravano dai fornici del prospetto principale e raggiungevano la Sala della Fontana. La presenza dell’acqua che scorreva all’interno del vano, evaporando, abbassava ulteriormente la temperatura dell’aria prima che questa cominciasse il suo moto ascendente verso i piani superiori.
Questi sistemi di raffrescamento e ventilazione naturale hanno preceduto di circa 850 anni le soluzioni tecnologiche adottate per le costruzioni moderne. Da questo punto di vista, la Zisa rappresenta un vero esempio di moderno manuale di architettura bioclimatica. Un incredibile esempio di “aria condizionata sostenibile”, originata da fonti rinnovabili. I fattori principali che hanno permesso lo sviluppo della ventilazione naturale all’interno del castello sono cinque:
- la forma cubica;
- la grande piscina nel giardino antistante;
- la fontana al pianterreno;
- i due camini di ventilazione;
- gli ampi teli inumiditi appesi ai soffitti delle stanze dei piani superiori.
Partendo anche da questo mirabile esempio, l’architettura bioclimatica, la nuova frontiera del design, realizza edifici energeticamente efficienti e non inquinanti, attraverso lo sfruttamento degli elementi naturali. Come abbiamo visto con l’esempio del Castello della Zisa, la tendenza a prediligere la forma cubica per massimizzare l’interazione con l’ambiente era già in uso 850 anni fa. Questi edifici, per i loro straordinari sistemi di ventilazione termotecnica naturale, giocano un ruolo chiave in molti studi contemporanei e sono da esempio per gli architetti specializzati in progetti bioclimatici.
Edifici contemporanei a forma di cubo. Euronews a Lione, Meary Institute Université Paris Diderot Hôpital Saint-Louis
Gli architetti Jakob+MacFarlane hanno realizzato nel 2015 un nuovo edificio particolare nella zona portuale di Lione: si tratta del quartier generale dell’emittente televisiva internazionale Euronews ed è a forma di cubo. La facciata è di un colore verde acido e presenta due grandi buchi a forma di uova. Essi rappresentano due grandi occhi che guardano il fiume o, metaforicamente, gli occhi di Euronews che da anni cattura e rappresenta gli eventi che avvengono nel mondo. In sostanza, questi “buchi” generano spostamento d’aria, facendo in modo che l’edificio non abbia pressoché bisogno di altro supporto attivo per la climatizzazione degli ambienti.
L’edificio, che rientra nel progetto di riconversione dell’area portuale della città francese, è stato ideato insieme all’artista Fabrice Hyber, il quale è responsabile del colore della facciata e del pattern di fessure che permettono l’ingresso, all’interno dell’edificio, di luce e aria, garantendo quindi sia illuminazione che ventilazione naturale.
Al Meary Institute Université Paris Diderot Hôpital Saint-Louis Paris, invece, sono predominanti l’ombreggiatura e salvaguardia della biodiversità. Anche questo progetto è stato curato dallo studio Jakob+MacFarlane. Il Meary Institute Université Paris Diderot Hôpital Saint-Louis Paris è costruito sulle tracce di un precedente edificio degli anni Settanta di cui sono state mantenute le fondazioni. Il progetto è centrato sulla biodiversità e sull’integrazione della vegetazione e del verde. Esaminando le piante storiche del sito dei sec. XVI e XVII, sono stati ritrovati i giardini di lavoro per l’ospedale nei primi secoli. Alcuni resti permangono tuttora accanto all’edificio e sono stati preservati.
I giardini di lavoro ospitavano gli alveari dell’ospedale, che ancora oggi producono miele utilizzato per alcuni trattamenti della pelle. Per questo motivo si è deciso di creare uno strato di verde che si arrampica lateralmente e sopra l’edificio, allo scopo di assicurare le giuste quantità di viti da fiore all’anno, per mantenere la continuità di produzione di miele per l’ospedale, fornendo allo stesso tempo una soluzione per ombreggiare e schermare per l’edificio. L’edificio è caratterizzato da cavi che avvolgono le facciate e le coperture in senso nord-sud, allo scopo di sostenere il giardino verticale creando uno strato verde di piante e fiori per gli uccelli e le api, un microcosmo di biodiversità concentrato attorno all’edificio.